sabato 28 maggio 2011

Sapere e saper fare

Chi si avvicina al trading capisce in poco tempo la differenza fra sapere e saper fare. E' una differenza riscontrabile in tutte le professioni umane, come tutti abbiamo potuto sperimentare passando dalla scuola al lavoro.
In particolare nel trading, il saper fare richiede, insieme a diversi saperi teorici, una lunga esperienza pratica.
Molti trader capiscono abbastanza presto cosa fare: comprare la forza, vendere la debolezza, e seguire i trend. Comprare quando il trend è rialzista, vendere quando è ribassista e lucrare sulla variazione di prezzo.
A prima vista sembra un giochino da ragazzi, e questa apparente facilità attrae molti novizi che magari indovinano qualche trade, ma, prima o poi, finiscono per scoprire che il giochino è tutt'altro che facile.
E' opinione comune che più del 90% dei trader perde i propri soldi. Probabilmente sono proprio quelli che, fidandosi un pò troppo di qualche seducente “prova” statistica o di una visione semplicistica dell'analisi tecnica, tendono a fare previsioni e a “scommettere” in base ad esse.

Comprare la forza, vendere la debolezza, e seguire i trend. Ma non basta conoscere la teoria, bisogna saperlo fare in pratica. E non è un mestiere agevole. Sembra facile, ma non lo è.
Le "certezze" teoriche su come e quando conviene investire sono poche e limitate. Il trading, pur essendo un campo enormemente esplorato, non sembra ancora aver del tutto consolidato dei metodi e degli attrezzi convincenti e definitivi.
Seguire il trend è generalmente vantaggioso, supporti e resistenze possono talvolta rivelarsi utili per identificare possibili aree di pausa o inversione del prezzo, le divergenze di indicatori e oscillatori rispetto al prezzo possono segnalare possibili inversioni, ma fare trading costruendo “previsioni” in base a tali strumenti non può garantire operazioni vincenti.

E allora, perché un elevato numero di trader tende ad operare proprio in base a previsioni di questo tipo? Perché così spesso  si aprono trade sulla base di illusorie "previsioni" tecniche?

La più pericolosa insidia per il trader è proprio la sua umanissima e istintiva propensione a fare previsioni e a scommettere in base ad esse (vedi: Trading e Gioco d'Azzardo).
Il trader è spinto dalla necessità di entrare velocemente in un trend in quanto ciò gli garantisce il vantaggio di trovarsi tra i primi, beneficiando della spinta che i ritardatari imprimeranno sul prezzo. Questo bisogno lo stimola costantemente a tentare di cogliere possibili inversioni di trend al primo manifestarsi. Purtroppo, molti "indicatori" o "segnali" possono ingannare il trader avventuroso: il prezzo che incontra una resistenza e accenna a ripiegare, un improvviso balzo di volatilità in controtendenza, una lunga pausa di volatile consolidamento. Tutte circostanze in cui sembra annunciarsi un cambio di direzione e si è tentati di aprire impulsivamente posizioni contro il trend dominante. Così ci si espone al rischio di scambiare una semplice pausa o correzione per una inversione. Questo stimolo costante a prevedere è il peggior nemico del trader (vedi: 7 Errori Tipici).

Se si è consapevoli dell'imprevedibilità del mercato, il trading consente una sola strategia: imparare a seguire passivamente il trend nei suoi sviluppi.


Il trader raggiunge la maturità quando smette di fare previsioni ed impara a seguire semplicemente l'azione del prezzo, confidando ragionevolmente nella persistenza del trend visibile sul timeframe superiore a quello in cui sta operando.

Ma anche questa semplice soluzione non è alla portata di tutti. Anche seguire semplicemente il prezzo non è facile. Quando il trader vede su un grafico settimanale che il prezzo sale, può anche vederlo scendere nel grafico giornaliero. In situazioni di questo tipo, estremamente frequenti, è facile cadere nell'errore di scambiare una semplice correzione per una inversione del trend ed aprire un trade che si rivela subito contro il mercato.
Imparare a seguire il trend presuppone di avere idee molto ben chiare, basate su attente valutazioni macroeconomiche e sull'esperienza. Solo quando è in condizioni di agire con sicurezza,  con una chiara visione della dinamica di mercato in atto, il trader è in grado di attuare il proprio piano operativo, scegliendo il momento più favorevole per aprire il suo trade. Se non adotta questo schema sarà costantemente in balia di movimenti di mercato che non è in grado di interpretare e capire, e sarà costretto ad assumere le proprie decisioni sotto l'influsso di spinte emotive ed irrazionali.

Nel trading è necessario coltivare alcune “abilità di gioco” e fondare la propria operatività  su scelte di tipo strategico e tattico, come money management e rapporto rischio rendimento, più che su previsioni che possono spesso rivelarsi errate (vedi: 7 Regole (quasi) d'oro).
Il trading, quindi, va concepito più come un “arte” che come una scienzaE' una sofisticatissima forma di artigianato, e, come avveniva nelle vecchie botteghe artigiane, è una attività che richiede molti saperi, lunga esperienza, conoscenza e cura meticolosa degli attrezzi, confidenza con il materiale da lavorare e certosina attenzione a fatti a prima vista marginali. Come l'artigianato che si fa arte, il trading richiede estrema attenzione ai dettagli, a particolari apparentemente insignificanti e piccoli “trucchi del mestiere”.

                               "Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo."
                                                                                                 Aristotele  

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